Recensione: Le Mélange des genres
- La nuova commedia di Michel Leclerc, scritta insieme a Baya Kasmi e interpretata da Léa Drucker e Benjamin Lavernhe, getta uno sguardo deliziosamente sfrontato sul mondo post #metoo
Il 40mo Love International Film Festival di Mons si conclude con la proiezione del nuovo film di Michel Leclerc, Le Mélange des genres. Sempre accompagnato da Baya Kasmi in scrittura, il cineasta francese affronta ancora una volta un tema sociale di grande attualità, dopo aver già trattato le questioni identitarie in Le Nom des gens [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film], la scuola pubblica laica in Una classe per i ribelli [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film] e il classismo in Les Goûts et les couleurs [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film]. Con questa nuova opera, presentata in anteprima mondiale al Festival internazionale del film comico dell'Alpe d'Huez, il regista affronta con gioia uno dei temi più scottanti del momento: che posto ha l'uomo bianco etero in una società post-patriarcale, o almeno post #metoo?
Per rispondere a questa domanda, si rivolge a due personaggi che già di per sé mescolano i generi. Simone (Léa Drucker) è un'ispettrice di polizia. Per farsi strada nella sua professione, ha adottato i codici del patriarcato e dimostra un vero e proprio sessismo interiorizzato sia nella sua vita personale che in quella professionale – va detto che è sposata con il suo superiore. La sua missione attuale? Infiltrarsi nelle Arpie, un gruppo di attiviste femministe che sospetta abbiano aiutato una donna vittima di violenza domestica a uccidere il marito. Paul (Benjamin Lavernhe) è un attore, di quelli che si limitano a fare le comparse. Questo gli lascia il tempo di occuparsi dei bambini, soprattutto perché la moglie, anche lei attrice, ha una carriera brillante. Paul è un uomo destrutturato che si è ben documentato su un'altra Simone (de Beauvoir), un uomo che si dichiara gentile, in altre parole, un alleato. Così, quando Simone lo accusa quasi inavvertitamente di averla violentata per salvare la sua copertura con le Arpie, cade letteralmente dalle nuvole.
Come sempre, Michel Leclerc spinge oltre i confini della commedia, divertendosi a esplorarne diverse sfaccettature, la commedia poliziesca, la commedia corale, la commedia morale, la commedia sociale, mescolando con gioia i generi, cinematografici o umani, con insolenza ma sempre con tenerezza. A volte va un po' fuori strada, ma ciò che rimane è il coraggio di essere sconsiderati su argomenti così sensibili. Osare incorrere nell'ira della gente è praticamente una virtù, al giorno d'oggi. Quindi, naturalmente, ridiamo dei colleghi poliziotti piuttosto volgari di Simone, che affermano con audacia di appartenere al vecchio mondo, anche se sentono che il vento sta cambiando, ma ridiamo anche della goffaggine e delle contraddizioni delle attiviste femministe, anche se il film non lascia dubbi sulla forza e la giustizia del loro impegno. La falsa accusa che diventa il fulcro della storia viene attentamente contestualizzata (si stima che il numero di false accuse sia pari al 2%, mentre quello degli stupratori condannati sia pari all'1%), perché in definitiva è l'importanza della parola che conta. Questa accusa sarà anche il motore del cambiamento dello stesso Paul. Con questo film, più corale di quanto appaia, Michel Leclerc mostra e regala uno sguardo maschile su una rivoluzione femminile, senza nascondere la paura che questa rivoluzione suscita negli uomini, ma senza alcuna ambiguità sul suo carattere virtuoso. La presenza nel film di un gruppo di padri maschilisti che cercano di convincere Paul a sostenere la loro causa rende chiaro il concetto: "Preferisco perdere con loro che vincere con voi".
Le Mélange des genres è prodotto da Agat Films & Cie/Ex Nihilo con France 2 Cinéma. Uscirà il 16 aprile in Francia, distribuito da Le Pacte, e il 23 aprile in Belgio, distribuito da Athena.
(Tradotto dal francese)
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.